Conosciuto già da molti lombardi se non altro per la massiccia presenza di trincee e ripari della prima guerra mondiale, poiché si snoda lungo la mitica linea Cadorna che doveva difendere il confine con la Svizzera prevedendo lungo tutto l’arco alpino e prealpino una edificazione totale di 72 km di trincee e fortini tra cui una decina di caverne e 25 000 metri quadrati di baraccamenti, 296 km di camionabili e 398 carrarecce e mulattiere, a cui deve ancora molto il turismo attuale, e infine sbarramenti e fortificazioni le cui tracce e i resti sono ancora diffusi lungo le creste di confine.
Si tratta di una vasta zona montuosa, collinare e boschiva che viene generalmente definita come "Boffalora", data la brezza che vi spira, anche se oltre all’omonimo rifugio Boffalora l’area comprende, a pochi chilometri di distanza l'uno dall’altro, anche numerosi altri punti di ristoro, alpeggi, ristoranti e il monte Galbiga col suo relativamente moderno rifugio Venini.