Lasciata alle spalle l’estate, si entra nella fase autunnale con ottobre, altro mese bellissimo per la montagna, i primi segnali sono il cambiamento di colore delle foglie, ogni albero ha un colore diverso, poi la cosa più importante è il mese delle castagne, delle noci e nocciole.
Nel tempo passato quando si raccoglievano le castagne, si poteva prendere sole quelle che cadevano dalla propria pianta, se qualche ramo sconfinava sul terreno di altri le castagne che ci cadevano, si potevano comunque raccogliere, questo valeva anche per le noci; si aveva il massimo rispetto delle cose degli altri.
Voglio ricordare che a Pigra le castagne si possono già raccogliere dai primi giorni di Ottobre. Quando cadono le castagne in dialetto, si dicono “A croda i castegn”
TRADIZIONI
Ai tempi le castagne raccolte si facevano seccare con il caldo del fuoco, erano messe nel solaio “Graa” sopra una grata di ferro, sistemata vicino alla canna fumaria dove il caldo usciva piano piano da un buco, in questo modo le castagne erano essiccate.
Quando le castagne erano secche, si “picchiavano” (Picum i castegn) non dandole pugni, ma ora vi spiego come: si mettevano poche alla volta dentro un sacco di iuta bagnato in modo che non si rompesse, ci si metteva attorno a un ceppo di legna detto “Scepa”, poi uno per volta a comando si picchiava il sacco sopra di questa “scepa” in questo modo la buccia si staccava e le castagne rimanevano belle pulite, pronte per essere cucinate con la minestra o in altri modi. Qualcuno le dava anche ai maiali.
La pelle delle castagne che non serviva a niente era detta “FOFA” infatti è rimasto il detto che quando qualcuno porta a casa o ti fa vedere qualcosa che serve a ben poco, si dice: “A l’è dumà fofa”.
Certe volte arrivava anche la macchina per sbucciare le castagne (giù alla rotonda) per la gioia di noi ragazzi; era un bell’avvenimento, tutti lì a vedere e curiosare. Quando era messa in moto e incominciava a sbucciare, il motore faceva un rumore tremendo, da un lato usciva la buccia “fofa” e dall’altro le castagne pulite.
Anche per questo rumore è rimasto un detto, difatti quando c’è uno strano e forte rumore di macchina, si diceva: “La par la machina da picà i castegn”. Per usufruire di questa macchina si doveva pagare, non a tutti era possibile. Ricordo che le castagne fatte essiccare erano tante (più di un gerlo) perché dovevano far parte dell’alimentazione per diversi mesi, le castagne secche si conservano a lungo.
A Pigra le castagne si preparavano e si preparano tutt’ora in 3 modi:
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Le caldarroste “I BUROL”
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Le castagne lessate “I FARÙ”
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Le castagne pelate e lessate “I PELEE”
Quanti pranzi, noi Pigresi , abbiamo fatto con castagne e patate!
Aver vissuto queste esperienze da bambino sono state molto importanti perché aiutano a crescere.