Funivia Argegno - Pigra
Ricordi e impressioni di chi ha costruito.
(Andreino Ceschina)
In questi ultimi tempi si è molto parlato delle vicende tecniche di rinnovo dell'impianto e relativi difficili provvedimenti per reperire i fondi necessari all'opera.
Fortunatamente tutto si è risolto nel migliore dei modi con il finanziamento certo dei lavori,con grande sollievo per tutti,sicuri che vedremo nuovamente l'impianto in funzione anche per il futuro.
Vi confesso che per me, che ho seguito i lavori per la costruzione della stazione di arrivo a monte e dei basamenti dei pali intermedi,il fatto che l'impianto dovesse chiudere per sempre mi aveva un po' rattristato, riportando il mio pensiero a quei tempi quando molti si erano, con sacrificio, impegnati per la realizzazione di un opera importante per il paese e il territorio.
Ricordo quando, ancora molto giovane negli anni cinquanta, sentivo parlare in casa che c'era l'interessamento di alcune persone e in particolare del professor Modulo, per reperire i fondi di finanziamento per la costruzione della funivia Argegno-Pigra. Fondi che lo Stato e la Regione destinavano, nel periodo di ripresa dopo la guerra, sopratutto per lo sviluppo delle aree montane e depresse.
Arriviamo così agli inizi degli anni sessanta quando, dopo il diploma di geometra e il servizio militare, mi ritrovo a lavorare per la Ditta "Comense di Costruzioni ed Appalti" di Como.
Un giorno di questo inizio anni sessanta esce il concorso per la costruzione della funivia Argegno-Pigra.
Per precisa volontà dei dirigenti della ditta, alcuni dei quali di origine Intelvesi e vogliosi di poter contribuire alla realizzazione di un opera importante del proprio territorio, si decide di partecipare all'appalto per la costruzione della Stazione a monte e dei pali intermedi.
Lavori che vengano regolarmente aggiudicati.
Per dirigere questi lavori viene destinato dall'impresa l'ing. Monti Pietro con la collaborazione del geom. Ceschina Vincenzo (che ricordo con affetto come mio grande maestro) ed il sottoscritto.
Un'opera particolare la Stazione a monte, perchè deve reggere il peso di tutto l'impianto con l'ancoraggio delle funi portanti. Si tratta di una costruzione monolitica in cemento armato che richiede un getto unico ininterrotto dalle fondamente al tetto. La difficoltà principale consiste nelle armature in legno.
Per questo particolare lavoro viene ingaggiato un bravo carpentiere del paese, Piazzoli Filippo (anche maestro del corpo musicale), che come referenze portava la partecipazione alla costruzione delle Stazione della funivia del Monte Bianco.
Si procede con la costruzione in negativo delle fondazioni trapezoidali, con inserite le armature in ferro. Di seguito si alzano le armature in legno fino al tetto, sempre comprese le armature in ferro (vedi foto allegata), lasciando aperte delle finestrelle per il getto di calcestruzzo che verranno chiuse mano a mano che il getto si alza. In tutto questo sono comprese anche le grandi ruote che dovranno sorreggere le funi portanti. (vedi foto allegate).
Grande lavoro di preparazione, preciso ed ordinato, poi getto continuo con il calcestruzzo di giorno e poi anche di notte con illuminazione artificiale. Grande curiosità e partecipazione della gente del paese.
Per la costruzione dei basamenti dei pali intermedi viene costruita una teleferica parallela al tracciato principale, per il trasporto dei materiali. Qualche volta è servita anche (con mia grave incoscienza!) per il mio trasferimento con gli strumenti per il tracciamento.
Ricordo che durante la costruzione di questi basamenti ci fu un diverbio, per un errore di un punto di riferimento inesatto, che comportava una deviazione dell'asse a monte di parecchi centimetri. Intervennero gli Ingegneri del Genio Civile e della Ditta Badoni (costruzioni metalliche) che, se prima erano perplessi per i rilievi di un principante, dopo le verifiche del caso confermarono l'errore, presentando le loro scuse, e i complimenti per il preciso e attento controllo. Per me fu grande soddisfazione.
Ancora durante questi lavori ricordo che un giorno in occasione di un sopralluogo al cantiere approfittai per portare mia moglie con il primo figlio di un anno a far visita ai nonni a Dizzasco. Seguendo il sentiere da Muronico raggiunsi il cantiere dove mi intrattenni fino al tardo pomeriggio. Al ritorno a casa appena entrato dalla porta il bambino mi corse incontro con i suoi primi passi. Aveva poco più di un anno, era il 1963.
I nostri lavori terminarono dopo poco tempo.
Dovettero poi costruire la Stazione di partenza a valle, le opere di impianto, elettriche e accessorie. Passarono alcuni anni prima del viaggio inaugurale che, se non sbaglio, come mi dissero avvenne agli inizi degli anni settanta.
Auguri e buon viaggio per il futuro a voi tutti in funivia.
Andreino Ceschina