FESTA PATRONALE S.ROCCO - 16 AGOSTO
Per me era e rimane la Festa piu bella, anche perchè mio papà si chiamava Rocco.
A quella Festa tanta gente veniva a casa nostra con un fiore a fare gli auguri e in cambio il papà, dopo il grazie di rito, dava loro da bere un bicchierino di cedro o vermut, quello che si poteva dare a quei tempi.
Alla mattina c'era la Messa poi al pomeriggio la processione con la Statua del Santo che, il giorno prima con un'altra processione, veniva trasportato dalla chiesa di San Rocco alla chiesa principale di Santa Margherita.
Sia a questa processione, sia a quella del giorno prima, il 15, partecicavano tutti i credenti e non, perchè questa era la Festa del paese.
Durante la processione sentivi solo cantare e pregare, anche perchè c'erano i "Bastunée", tra i quali uno era mio papà, che tenevano in ordine e in fila per due le persone: le donne davanti, gli uomini dietro; le donne erano sempre separate dagli uomini sia in chiesa che in processione. Se qualcuno anzichè pregare, parlava veniva subito richiamato dai "Bastunée".
Il Santo veniva accompagnato dalla Banda del paese. La stessa Banda seguiva tutte le processioni, compreso il 4 novembre. Anch'io per qualche anno ne ho fatto parte. L’accompagnamento musicale dava un tocco più solenne ad ogni manifestazione sacra.
Finita la processione c'erano i canestri (che ci sono tutt'ora). Ho ancora nelle orecchie la voce del Biondo che li incantava.
Alla fine dei canestri, quasi tutti al Campo sportivo, banda compresa che poi diventava "Fugheta" e suonavano di tutto.
Tutti insieme ci riunivamo per la tradizionale partita di calcio: giovani contro vecchi. Derby d'altri tempi, in questa partita c'era
una competizione e un tifo enorme, si preparavano le squadre due mesi prima, perchè tutti volevano vincere e a fine partita c'era sempre qualche piccola discussione, quasi subito appianata e poi si tornava a casa tutti assieme tranquilli (che bella parola: tutti assieme).
Vorrei precisare che c'erano le porte senza rete e i palloni all'inizio erano ancora quelli che si legavano con la stringa e quando lo prendevi sulla testa questa ti faceva male per un mese e quei pochi che potevano permettersi le scarpe da pallone, erano ancora quelle con sotto i chiodi.
Quindi era una bella “emozione" quando prendevi qualche pedata.
Da notare, tra l'altro, che per andare al Campo sportivo, bisognava fare un pezzo a piedi, perchè la strada non arrivava fino là.
Naturalmente a San Rocco e in tutte le altre feste tutti erano vestiti bene con abito nuovo, se era possibile, giacca e cravatta
gli uomini.
La Festa finiva alla sera col tradizionale falò sempre sotto il Campo sportivo, come per S.Margherita. La settimana che precedeva la Festa, si portavano fascine di legna secca che veniva accatastata una sopra all'altra con un palo al centro e si formava così un mucchio altissimo di legna. Anche qui ci si aiutava un po' tutti con il sempre presente Signor Piazzoli Severino, grande trascinatore di tradizioni.
Tra le tradizioni di S.Rocco ricordiamo le Rappresentazioni Teatrali Dialettali della Comnagnia de i "Maltrainsema" da mè fondata e capeggiata, da oltre 40 anni.
SANTO PATRONO S.ROCCO - (NOTE ARTISTICHE)
Il cinquecentesco Oratorio di S.Rocco ad una navata sorge nella piazzetta omonima in centro al paese.
Gli affreschi sopra a1l'altare portano la data 1662 e sono firmati "Salvator Puteus Fecit" Salvatore Pozzi.
Raffigurano la Vergine col Bambino tra San Rocco e San Sebastiano, ai lati sono poste le figure di S.Domenico, Santo Stefano, San Pietro Martire e San Giovanni Battista.
Nella prima lesena a destra della navata è inserito un tondo in marmo bianco con alto rilievo, raffigurante la Madonna col Bambino. Un confessionale. La chiesa posta in centro paese ha di fronte una fontana a due vasche e al centro di queste si trova la bellissima Statua del Santo.
Eliseo Ceschina